mercoledì 5 giugno 2013

l'Arte Islamica



Per l'artista tradizionale, l’arte non è un dono, ma conoscenza da acquisire e, perciò,
l’arte tradizionale non è “auto-espressiva”.
Così come avveniva nell’arte medievale europea e nell’arte orientale, l'artista islamico non firmava le opere che produceva. L’identità dell'artista non era di alcuna rilevanza per il mecenate islamico, che esigeva solamente un uomo a sua disposizione, un artista-artigiano, a cui commissionare il lavoro.
L'artista islamico e tradizionale fu dunque anonimo e raramente firmò con il suo nome: era il prodotto del suo lavoro che importava, non la sua persona.
I fondamenti dottrinali dell'estetica islamica si trovano nei seguenti detti del Profeta(pbsl): "Dio è bello e ama la bellezza";
"Dio ha iscritto la bellezza in tutte le cose";
"Dio desidera che, se fate qualcosa, sia fatta alla perfezione";
"Il Lavoro è una forma di preghiera".
La cura del proprio lavoro, che porta a creare oggetti belli, ben fatti e finalizzati, diventa quindi una forma di preghiera e un obbligo religioso che l'artista adempie facilmente attraverso l'aderenza alla fede e al suo credo.
Il Corano stesso attribuisce primaria importanza al conseguimento della bellezza in Architettura e nell’Arte in generale quando, affermando l’importanza della bontà, verità e conoscenza, enfatizza i “Begli Atti”.







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